FASCIOLO 190. LE APPARIZIONI MORONTIALI DI GESÙ
190:0.1IL GESÙ risorto si prepara ora a trascorrere un breve periodo su Urantia allo scopo di fare l’esperienza della carriera morontiale ascendente di un mortale dei regni. Benché questo periodo di vita morontiale sia trascorso sul mondo della sua incarnazione mortale, sarà tuttavia, sotto tutti gli aspetti, la contropartita dell’esperienza dei mortali di Satania che passano per la vita morontiale progressiva dei sette mondi delle dimore di Jerusem.
190:0.2Tutto questo potere che è innato in Gesù—la dotazione della vita—e che gli ha permesso di risuscitare dalla morte, è il dono stesso della vita eterna che egli effonde sui credenti al regno e che anche ora rende certa la loro risurrezione dai vincoli della morte naturale.
190:0.3I mortali dei regni si leveranno nel giorno della risurrezione con lo stesso tipo di corpo morontiale o di transizione che aveva Gesù quando uscì dalla tomba questa domenica mattina. Questi corpi non hanno circolazione sanguigna e tali esseri non mangiano cibo materiale ordinario; tuttavia, queste forme morontiali sono reali. Quando i vari credenti videro Gesù dopo la sua risurrezione, lo videro realmente; non erano vittime autoilluse di visioni o di allucinazioni.
190:0.4Una fede incrollabile nella risurrezione di Gesù fu la caratteristica cardinale della fede di tutti i rami dell’insegnamento iniziale del vangelo. A Gerusalemme, Alessandria, Antiochia e Filadelfia, tutti gli insegnanti del vangelo si unirono in questa fede implicita nella risurrezione del Maestro.
190:0.5Esaminando il ruolo preminente che svolse Maria Maddalena nella proclamazione della risurrezione del Maestro, bisognerebbe ricordare che Maria era la principale portavoce del corpo femminile, come Pietro lo era per gli apostoli. Maria non era a capo di queste donne che lavoravano per il regno, ma era la loro principale insegnante e portavoce pubblica. Maria era divenuta una donna di grande circospezione, cosicché la sua audacia nel rivolgersi ad un uomo che riteneva il sorvegliante del giardino di Giuseppe indica soltanto quanto fosse atterrita di trovare la tomba vuota. Furono la profondità e l’angoscia del suo amore, la pienezza della sua devozione, che le fecero dimenticare per un istante la convenzionale riservatezza dell’approccio di una donna ebrea ad uno straniero.
1. GLI ANNUNCIATORI DELLA RISURREZIONE
190:1.1Gli apostoli non volevano che Gesù li lasciasse; per questo essi avevano minimizzato tutte le sue dichiarazioni sulla sua morte, così come le sue promesse di risuscitare. Essi non si aspettavano la risurrezione nella maniera in cui avvenne, e rifiutarono di credervi fino a che non furono posti di fronte alla costrizione di una testimonianza irrefutabile e della prova assoluta delle loro stesse esperienze.
190:1.2Quando gli apostoli rifiutarono di credere al resoconto delle cinque donne che sostenevano di aver visto Gesù e di aver parlato con lui, Maria Maddalena ritornò alla tomba e le altre ritornarono a casa di Giuseppe, dove raccontarono le loro esperienze a sua figlia e alle altre donne. E le donne credettero al loro resoconto. Poco dopo le sei la figlia di Giuseppe d’Arimatea e le quattro donne che avevano visto Gesù andarono a casa di Nicodemo, dove raccontarono tutti questi avvenimenti a Giuseppe, a Nicodemo, a Davide Zebedeo e agli altri uomini ivi riuniti. Nicodemo e gli altri dubitarono della loro storia, dubitarono che Gesù fosse risuscitato dalla morte; essi congetturarono che gli Ebrei avessero portato via il corpo. Giuseppe e Davide erano disposti a credere al resoconto, cosicché corsero ad ispezionare la tomba e trovarono ogni cosa proprio come le donne avevano descritto. Ed essi furono gli ultimi a vedere così il sepolcro, perché il sommo sacerdote mandò il capitano delle guardie del tempio alla tomba alle sette e mezzo per portare via le bende funebri. Il capitano le avvolse tutte nel lenzuolo di lino e le gettò in un dirupo vicino.
190:1.3Dalla tomba Davide e Giuseppe andarono immediatamente a casa di Elia Marco, dove tennero una riunione con i dieci apostoli nella sala al piano superiore. Solo Giovanni Zebedeo fu disposto a credere, seppure debolmente, che Gesù fosse risuscitato dalla morte. Pietro aveva inizialmente creduto, ma quando non trovò il Maestro cadde in seri dubbi. Essi erano tutti inclini a credere che gli Ebrei avessero portato via il corpo. Davide non volle discutere con loro, ma andandosene disse: “Voi siete gli apostoli e dovreste comprendere queste cose. Io non discuterò con voi; in ogni modo, io torno ora a casa di Nicodemo, dove sono d’accordo con i messaggeri di trovarci questa mattina, e quando saranno tutti riuniti, li manderò a compiere la loro ultima missione quali annunciatori della risurrezione del Maestro. Ho sentito il Maestro dire che dopo la sua morte sarebbe risuscitato il terzo giorno, ed io gli credo.” E dopo aver parlato così ai tristi e sconsolati ambasciatori del regno, questo autonominatosi capo delle comunicazioni e delle informazioni si congedò dagli apostoli. Uscendo dalla stanza al piano superiore egli lasciò cadere la borsa di Giuda, contenente tutti i fondi apostolici, in grembo a Matteo Levi.
190:1.4Erano circa le nove e mezzo quando l’ultimo dei ventisei messaggeri di Davide arrivò a casa di Nicodemo. Davide li riunì subito nello spazioso cortile e disse loro:
190:1.5“Uomini e fratelli, per tutto questo tempo voi mi avete servito in conformità al vostro giuramento verso di me e tra di voi, e vi chiamo a testimoni che non vi ho mai dato finora false informazioni. Sto per inviarvi nella vostra ultima missione come messaggeri volontari del regno, e facendo ciò vi libero dal vostro giuramento e sciolgo il corpo dei messaggeri. Uomini, io vi dichiaro che abbiamo terminato il nostro lavoro. Il Maestro non ha più bisogno di messaggeri mortali; egli è risuscitato dalla morte. Prima del suo arresto egli ci ha detto che sarebbe morto e che sarebbe risuscitato il terzo giorno. Io ho visto la tomba—è vuota. Ho parlato con Maria Maddalena ed altre quattro donne che hanno parlato con Gesù. Io ora vi congedo, vi dico addio e vi mando alle vostre rispettive destinazioni, e il messaggio che porterete ai credenti è: ‘Gesù è risuscitato dalla morte; la tomba è vuota.’ ”
190:1.6La maggior parte di coloro che erano presenti tentarono di persuadere Davide a non fare questo. Ma non riuscirono ad influenzarlo. Essi cercarono allora di dissuadere i messaggeri, ma costoro non diedero ascolto alle loro parole di dubbio. E così, poco prima delle dieci di questa domenica mattina, questi ventisei corrieri partirono come primi annunciatori del potente fatto di verità che Gesù era risorto. Ed essi partirono per questa missione, come avevano fatto per tante altre, in osservanza al giuramento fatto a Davide Zebedeo e tra di loro. Questi uomini avevano grande fiducia in Davide. Essi partirono per questo incarico senza neppure fermarsi a parlare con coloro che avevano visto Gesù; essi credevano a Davide sulla parola. La maggior parte di loro credeva a ciò che Davide aveva detto loro, ed anche quelli che ne dubitavano un po’ portarono il messaggio altrettanto fedelmente ed altrettanto presto.
190:1.7Gli apostoli, il corpo spirituale del regno, in questo giorno sono riuniti nella sala al piano superiore, dove manifestano paura ed esprimono dubbi, mentre questi laici, che rappresentano il primo tentativo di socializzazione del vangelo del Maestro sulla fratellanza degli uomini, sotto gli ordini del loro intrepido ed efficiente capo vanno a proclamare il Salvatore risorto di un mondo e di un universo. Ed essi s’impegnano in questo importante servizio prima che i suoi rappresentanti scelti siano disposti a credere alla sua parola o ad accettare la prova delle testimonianze oculari.
190:1.8Questi ventisei furono inviati a casa di Lazzaro a Betania e a tutti i centri di credenti, da Bersabea nel sud fino a Damasco e a Sidone nel nord, e da Filadelfia ad est fino ad Alessandria ad ovest.
190:1.9Dopo aver lasciato i suoi fratelli, Davide andò a casa di Giuseppe a cercare sua madre, e poi partirono per Betania per raggiungere la famiglia di Gesù che li aspettava. Davide dimorò a Betania con Marta e Maria fino a quando esse ebbero liquidato i loro beni terreni, poi le accompagnò nel loro viaggio per unirsi al loro fratello Lazzaro a Filadelfia.
190:1.10Circa una settimana dopo Giovanni Zebedeo condusse Maria madre di Gesù a casa sua a Betsaida. Giacomo, il fratello maggiore di Gesù, rimase con la sua famiglia a Gerusalemme. Rut restò a Betania con le sorelle di Lazzaro. Il resto della famiglia di Gesù ritornò in Galilea. Davide Zebedeo partì da Betania con Marta e Maria per Filadelfia ai primi di giugno, il giorno dopo il suo matrimonio con Rut, la sorella più giovane di Gesù.
2. L’APPARIZIONE DI GESÙ A BETANIA
190:2.1Dal momento della risurrezione morontiale fino alla sua ascensione in spirito in cielo, Gesù fece diciannove apparizioni separate in forma visibile ai suoi credenti sulla terra. Egli non apparve ai suoi nemici né a coloro che non potevano fare un uso spirituale della sua manifestazione in forma visibile. La sua prima apparizione fu alle cinque donne presso la tomba; la seconda a Maria Maddalena, pure presso la tomba.
190:2.2La terza apparizione avvenne circa a mezzogiorno di questa domenica a Betania. Poco dopo mezzogiorno Giacomo, il fratello maggiore di Gesù, si trovava nel giardino di Lazzaro davanti alla tomba vuota del fratello risuscitato di Marta e Maria, meditando sulle notizie portate loro circa un’ora prima dal messaggero di Davide. Giacomo era sempre stato incline a credere nella missione di suo fratello maggiore sulla terra, ma aveva da lungo tempo perso contatto con l’opera di Gesù ed era caduto in seri dubbi riguardo alle affermazioni successive degli apostoli che Gesù era il Messia. Tutta la famiglia fu stupefatta e quasi confusa dalle notizie portate dal messaggero. Proprio mentre Giacomo stava davanti alla tomba vuota di Lazzaro, arrivò sulla scena Maria Maddalena e raccontò tutta eccitata alla famiglia le sue esperienze delle prime ore del mattino alla tomba di Giuseppe. Prima che essa avesse finito, arrivarono Davide Zebedeo e sua madre. Rut, naturalmente, credette al racconto, e così fece Giuda dopo che ebbe parlato con Davide e Salomè.
190:2.3Nel frattempo, mentre essi cercavano Giacomo e prima che lo trovassero, mentre egli stava là in giardino vicino alla tomba ebbe coscienza di una presenza vicina, come se qualcuno l’avesse toccato sulla spalla; e quando si girò per guardare vide la graduale apparizione di una forma strana accanto a lui. Egli era troppo stupefatto per parlare e troppo spaventato per fuggire. Ed allora la strana forma parlò e disse: “Giacomo, vengo a chiamarti al servizio del regno. Unisciti con impegno ai tuoi fratelli e seguimi.” Quando Giacomo udì pronunciare il suo nome, seppe che era suo fratello maggiore, Gesù, che si era rivolto a lui. Ebbero tutti più o meno difficoltà a riconoscere la forma morontiale del Maestro, ma pochi di loro ebbero qualche problema a riconoscere la sua voce o ad identificare altrimenti la sua personalità affascinante una volta che egli cominciava a comunicare con loro.
190:2.4Quando percepì che Gesù si rivolgeva a lui, Giacomo stava per cadere alle sue ginocchia esclamando: “Padre mio e fratello mio”, ma Gesù lo pregò di rimanere in piedi mentre parlava con lui. Ed essi camminarono nel giardino e parlarono per circa tre minuti; parlarono delle esperienze dei giorni precedenti e degli eventi previsti per il prossimo futuro. Mentre si avvicinavano alla casa, Gesù disse: “Addio, Giacomo, fino a quando vi saluterò tutti insieme.”
190:2.5Giacomo si precipitò in casa, proprio mentre essi lo cercavano a Betfage, esclamando: “Ho appena visto Gesù ed ho parlato con lui; siamo stati insieme. Egli non è morto; è risorto! È svanito davanti a me dicendo: ‘Addio fino a quando vi saluterò tutti insieme.’ ” Egli aveva appena finito di parlare quando ritornò Giuda, ed egli raccontò di nuovo per Giuda l’esperienza del suo incontro con Gesù nel giardino. Ed allora tutti loro cominciarono a credere nella risurrezione di Gesù. Giacomo annunciò ora che non sarebbe tornato in Galilea, e Davide esclamò: “Egli non è stato visto solo da donne eccitate; anche degli uomini coraggiosi hanno cominciato a vederlo. Mi aspetto di vederlo anch’io.”
190:2.6E Davide non aspettò a lungo, perché la quarta apparizione di Gesù al riconoscimento dei mortali avvenne poco prima delle due in questa stessa casa di Marta e di Maria, quando egli apparve visibilmente alla sua famiglia terrena e ai loro amici, venti persone in tutto. Il Maestro apparve sulla porta posteriore aperta, dicendo: “La pace sia su di voi. Saluti a coloro che furono un tempo vicini a me nella carne e cordialità per i miei fratelli e sorelle nel regno dei cieli. Come avete potuto dubitare? Perché avete atteso così a lungo prima di scegliere di seguire la luce della verità con tutto il cuore? Entrate dunque tutti nella comunità dello Spirito della Verità nel regno del Padre.” Mentre essi cominciavano a riprendersi dallo shock iniziale del loro stupore e ad avvicinarsi a lui come per abbracciarlo, egli scomparve dalla loro vista.
190:2.7Essi volevano tutti precipitarsi in città per raccontare agli apostoli dubbiosi ciò che era successo, ma Giacomo li trattenne. Solo a Maria Maddalena fu permesso di ritornare alla casa di Giuseppe. Giacomo proibì loro di divulgare il fatto di questa visita morontiale a causa di certe cose che Gesù gli aveva detto nel corso della loro conversazione in giardino. Ma Giacomo non rivelò mai di più sul suo incontro con il Maestro risorto in questo giorno a casa di Lazzaro a Betania.
190:3.1La quinta manifestazione morontiale di Gesù al riconoscimento di occhi mortali avvenne alla presenza di circa venticinque donne credenti riunite a casa di Giuseppe d’Arimatea, verso le quattro e un quarto di questa stessa domenica pomeriggio. Maria Maddalena era tornata a casa di Giuseppe giusto pochi minuti prima di questa apparizione. Giacomo, il fratello di Gesù, aveva chiesto che non si dicesse nulla agli apostoli sull’apparizione del Maestro a Betania. Egli non aveva chiesto a Maria di non riferire l’avvenimento alle sue sorelle credenti. Di conseguenza, dopo che Maria ebbe fatto giurare a tutte le donne di mantenere il segreto, procedette a raccontare ciò che era accaduto così recentemente mentre era con la famiglia di Gesù a Betania. Ed essa era nel bel mezzo di questo appassionante racconto quando un silenzio improvviso e solenne cadde su di loro; esse scorsero in mezzo a loro stesse la forma pienamente visibile del Gesù risorto. Egli le salutò dicendo: “La pace sia su di voi. Nella comunità del regno non vi sarà né Ebreo né Gentile, né ricco né povero, né libero né schiavo, né uomo né donna. Anche voi siete chiamate a diffondere la buona novella della liberazione dell’umanità mediante il vangelo della filiazione con Dio nel regno dei cieli. Andate in tutto il mondo a proclamare questo vangelo e a confermare i credenti nella fede in esso. E mentre fate questo, non dimenticate di curare gli ammalati e di fortificare coloro che sono pusillanimi e tormentati dalla paura. Ed io sarò sempre con voi, sino ai confini stessi della terra.” E dopo che ebbe parlato così, egli scomparve dalla loro vista, mentre le donne cadevano faccia a terra e adoravano in silenzio.
190:3.2Delle cinque apparizioni morontiali di Gesù avvenute fino a questo momento, Maria Maddalena ne aveva assistito a quattro.
190:3.3A seguito dell’invio dei messaggeri a metà mattinata e a causa dell’involontaria fuga di notizie concernenti questa apparizione di Gesù nella casa di Giuseppe, giunse voce ai dirigenti ebrei all’inizio della sera che si stava raccontando in città che Gesù era risorto e che numerose persone affermavano di averlo visto. I Sinedristi furono profondamente turbati da queste voci. Dopo una rapida consultazione con Anna, Caifa convocò una riunione del Sinedrio per le otto di quella sera. Fu in questa riunione che si decise di cacciare dalle sinagoghe qualsiasi persona che avesse fatto menzione della risurrezione di Gesù. Fu anche proposto che chiunque avesse affermato di averlo visto fosse messo a morte; questa proposta, tuttavia, non fu messa ai voti perché la riunione finì in una confusione che rasentava un reale panico. Essi avevano osato pensare di essersi liberati di Gesù. Stavano per scoprire che le loro vere difficoltà con l’uomo di Nazaret erano appena cominciate.
4. L’APPARIZIONE AI GRECI
190:4.1Verso le quattro e mezzo, a casa di un certo Flavio, il Maestro fece la sua sesta apparizione morontiale ad una quarantina di credenti greci riuniti là. Mentre essi erano impegnati a discutere i resoconti sulla risurrezione del Maestro, egli si manifestò in mezzo a loro, nonostante che le porte fossero solidamente chiuse, e parlando loro disse: “La pace sia su di voi. Anche se il Figlio dell’Uomo è apparso sulla terra tra gli Ebrei, egli è venuto a portare il suo ministero a tutti gli uomini. Nel regno di mio Padre non vi saranno né Ebrei né Gentili; voi sarete tutti fratelli—i figli di Dio. Andate, dunque, in tutto il mondo a proclamare questo vangelo di salvezza quale l’avete ricevuto dagli ambasciatori del regno, ed io vi accoglierò nella fraternità dei figli della fede e della verità del Padre.” E dopo aver dato loro questo incarico, egli si congedò, ed essi non lo videro più. Essi rimasero nella casa tutta la sera; erano troppo presi da sgomento e da paura per avventurarsi fuori. Né alcuno di questi Greci dormì quella notte; essi rimasero svegli a discutere queste cose, sperando che il Maestro facesse loro una nuova visita. In mezzo a questo gruppo c’erano molti dei Greci che erano a Getsemani quando i soldati arrestarono Gesù e Giuda lo tradì con un bacio.
190:4.2Le voci della risurrezione di Gesù e i resoconti concernenti le numerose apparizioni ai suoi discepoli si stanno diffondendo rapidamente, e tutta la città è portata ad un alto grado di eccitazione. Il Maestro è già apparso alla sua famiglia, alle donne e ai Greci, e tra poco si manifesterà in mezzo agli apostoli. Il Sinedrio è prossimo a cominciare ad esaminare questi nuovi problemi che si sono imposti così improvvisamente ai dirigenti Ebrei. Gesù pensa molto ai suoi apostoli, ma desidera che siano lasciati soli ancora per qualche ora di solenne riflessione e di meditata considerazione prima di far loro visita.
5. LA CAMMINATA CON DUE FRATELLI
190:5.1Ad Emmaus, situato a circa dieci chilometri ad ovest di Gerusalemme, vivevano due fratelli pastori che avevano trascorso la settimana di Pasqua a Gerusalemme assistendo ai sacrifici, alle cerimonie e alle feste. Cleopa, il maggiore, era parzialmente credente in Gesù; per questo almeno egli era stato cacciato dalla sinagoga. Suo fratello Giacobbe non era un credente, benché fosse molto incuriosito da ciò che aveva udito sugli insegnamenti e sulle opere del Maestro.
190:5.2In questa domenica pomeriggio, a circa cinque chilometri da Gerusalemme e pochi minuti prima delle cinque, mentre questi due fratelli camminavano faticosamente lungo la strada per Emmaus, parlavano molto seriamente di Gesù, dei suoi insegnamenti, delle sue opere, e più particolarmente delle voci che la sua tomba era vuota e che alcune donne avevano parlato con lui. Cleopa era a metà incline a credere a queste voci, ma Giacobbe insisteva che l’intera faccenda era probabilmente un imbroglio. Mentre essi ragionavano e discutevano in questo modo durante il viaggio di ritorno verso casa, la manifestazione morontiale di Gesù, la sua settima apparizione, venne accanto a loro mentre camminavano. Cleopa aveva spesso ascoltato Gesù insegnare ed aveva mangiato con lui a casa di credenti di Gerusalemme in parecchie occasioni. Ma egli non riconobbe il Maestro nemmeno quando parlò liberamente con loro.
190:5.3Dopo aver percorso un breve tratto con loro, Gesù disse: “Quali erano le parole che vi scambiavate così calorosamente quando mi sono avvicinato a voi?” E dopo che Gesù ebbe parlato, essi si fermarono e lo guardarono con triste sorpresa. Cleopa disse: “È possibile che tu soggiorni a Gerusalemme e non conosca gli avvenimenti che sono recentemente accaduti?” Allora il Maestro chiese: “Quali avvenimenti?” Cleopa replicò: “Se non conosci queste cose, sei il solo a Gerusalemme a non aver sentito queste voci concernenti Gesù di Nazaret, che era un profeta potente in parole ed in opere davanti a Dio e a tutto il popolo. I capi dei sacerdoti e i nostri dirigenti l’hanno consegnato ai Romani esigendo che lo crocifiggessero. Ora molti di noi avevano sperato che fosse colui che avrebbe liberato Israele dal giogo dei Gentili. Ma questo non è tutto. È ora il terzo giorno da quando egli è stato crocifisso, ed alcune donne ci hanno oggi stupito dichiarando che questa mattina molto presto sono andate alla sua tomba e l’hanno trovata vuota. E queste stesse donne insistono di aver parlato con quest’uomo; esse sostengono che è risuscitato dalla morte. E quando le donne hanno riferito ciò agli uomini, due dei suoi apostoli sono corsi alla tomba e l’hanno anch’essi trovata vuota”—e qui Giacobbe interruppe suo fratello per dire “ma essi non hanno visto Gesù”.
190:5.4Mentre proseguivano il loro cammino, Gesù disse loro: “Quanto siete lenti a comprendere la verità! Se mi dite che è sugli insegnamenti e sulle opere di quest’uomo che discutete, allora posso illuminarvi, perché ho più che familiarità con questi insegnamenti. Non vi ricordate che questo Gesù ha sempre insegnato che il suo regno non era di questo mondo, e che tutti gli uomini, essendo figli di Dio, dovrebbero trovare libertà e liberazione nella gioia spirituale della comunità della fratellanza del servizio amorevole in questo nuovo regno della verità dell’amore del Padre celeste? Non vi ricordate come questo Figlio dell’Uomo proclamò la salvezza di Dio per tutti gli uomini, curando gli ammalati e gli afflitti e rendendo liberi coloro che erano impediti dalla paura e schiavi del male? Non sapete che quest’uomo di Nazaret disse ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme, essere consegnato ai suoi nemici, che lo avrebbero messo a morte, e che sarebbe risuscitato il terzo giorno? Non vi è stato detto tutto questo? E non avete mai letto nelle Scritture circa questo giorno di salvezza per gli Ebrei e i Gentili, dove è detto che in lui saranno benedette tutte le famiglie della terra; che egli ascolterà il grido dei bisognosi e salverà le anime dei poveri che lo cercano; che tutte le nazioni lo chiameranno benedetto? Che un tale Liberatore sarà come l’ombra di una grande roccia in un paese desertico. Che egli nutrirà il gregge come un vero pastore, raccogliendo gli agnelli nelle sue braccia e portandoli teneramente nel suo seno. Che aprirà gli occhi degli spiritualmente ciechi e che porterà i prigionieri della disperazione alla piena libertà e alla luce; che tutti coloro che sono nelle tenebre vedranno la grande luce della salvezza eterna. Che egli curerà i cuori spezzati, proclamerà la libertà ai prigionieri del peccato e aprirà la prigione a coloro che sono schiavi della paura e vincolati dal male. Che consolerà coloro che sono addolorati ed effonderà su di loro la gioia della salvezza al posto del dispiacere e dell’oppressione. Che sarà il desiderio di tutte le nazioni e la gioia perpetua di coloro che cercano la rettitudine. Che questo Figlio di verità e di rettitudine si ergerà sul mondo con una luce risanatrice ed un potere salvifico; ed anche che salverà il suo popolo dai suoi peccati; che cercherà realmente e salverà coloro che sono perduti. Che non distruggerà i deboli, ma porterà la salvezza a tutti coloro che hanno fame e sete di rettitudine. Che coloro che credono in lui avranno la vita eterna. Che egli spargerà il suo spirito su tutta la carne, e che questo Spirito della Verità sarà in ogni credente una sorgente d’acqua che zampillerà fino alla vita eterna. Non avete capito quanto grande era il vangelo del regno che quest’uomo vi ha dato? Non percepite quale grande salvezza è venuta su di voi?”
190:5.5In questo momento essi erano giunti vicino al villaggio in cui abitavano i due fratelli. Questi due uomini non avevano detto una parola da quando Gesù aveva cominciato ad insegnare loro mentre camminavano lungo la strada. Essi arrivarono presto davanti alla loro umile dimora, e Gesù stava per congedarsi da loro, proseguendo per la strada, ma essi lo costrinsero ad entrare e a restare con loro. Essi insisterono che era ormai l’imbrunire e che egli si fermasse con loro. Alla fine Gesù acconsentì, e poco dopo essere entrati in casa, si sedettero per mangiare. Essi gli diedero il pane da benedire, e mentre egli cominciava a romperlo e a porgerlo loro, i loro occhi si aprirono e Cleopa riconobbe che il loro ospite era il Maestro stesso. E quando egli disse: “È il Maestro”, il Gesù morontiale scomparve dalla loro vista.
190:5.6Ed allora si dissero l’un l’altro: “Non c’è da stupirsi che i nostri cuori ardessero in noi quando egli ci parlava mentre camminavamo lungo la strada! E mentre apriva alla nostra comprensione gli insegnamenti delle Scritture!”
190:5.7Essi non si fermarono a mangiare. Avevano visto il Maestro morontiale, e uscirono precipitosamente dalla casa ritornando in fretta a Gerusalemme per diffondere la buona novella del Salvatore risorto.
190:5.8Verso le nove di quella sera e poco prima che il Maestro apparisse ai dieci, questi due fratelli eccitati irruppero sugli apostoli nella sala al piano superiore dichiarando che avevano visto Gesù e che avevano parlato con lui. E raccontarono tutto ciò che Gesù aveva detto loro e come essi non avevano capito chi fosse fino al momento in cui spezzò il pane.
Text from IL LIBRO DI URANTIA © 2006 Urantia Foundation used by permission.
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